É raro che io trascorra una notte insonne, eccezion fatta per quando i miei nipoti vengono a trovarmi e restano a dormire. Sarà perché non sono un banchiere centrale. Non molto tempo fa, i responsabili delle politiche bancarie sono stati tenuti svegli dalla minaccia di una crisi valutaria o di una recessione. Adesso, dalla paura di una “giapponesizzazione”. A far perdere loro il sonno è la prospettiva che l’Europa e gli Stati Uniti Seguano l’esempio nipponico, affrontando anni di crescita debole, deflazione e ridotti tassi d’interesse, proprio perché non dispongono degli strumenti per contrastarla in maniera efficace.
Per ora Europa e Nord America sono riuscite a evitare il peggio, grazie all’immissione senza precedenti di risorse da parte delle banche centrali sui mercati finanziari. Tuttavia, un allentamento monetario prolungato influisce sulla produttività. Oltre a gonfiare i prezzi degli attivi, permette di elargire credito a buon mercato ad aziende che, altrimenti, faticherebbero a sopravvivere.
In qualità di investitori, la minaccia di questo nuovo paradigma ha profonde implicazioni per tutti noi. Altera il costo della liquidità e la natura del rischio.
A un livello meno superficiale, cambia le sorti delle nostre economie reali, impedendo di investire negli attivi reali sottostanti e mettendo alla prova le capacità degli imprenditori di costruire e fare la differenza.
L’esperienza del 2019, quando i mercati hanno finalmente recuperato le perdite subite nell’ultima parte del 2018, ci ha insegnato che tutti gli investitori dovrebbero essere reattivi e, soprattutto, conservare le posizioni detenute. A nostro parere, il processo di giapponesizzazione imporrà un adattamento a cicli economici più brevi e meno estremi. Intravediamo anche migliori rendimenti per le azioni, nonché opportunità di carry nel reddito fisso, nel credito investment grade e nelle obbligazioni subordinate. Inoltre, continuiamo a esplorare i mercati privati ed esaminare molteplici temi alternativi liquidi alla ricerca di opportunità. Nel tentare di prevedere le sfide che il futuro riserverà agli investitori, riteniamo che, nel 2020, queste strategie contribuiranno a tracciare la rotta verso portafogli redditizi.
Buona lettura.
_Eric Syz