Abbiamo quindi spinto il nostro portafoglio verso un orientamento più neutrale, riducendo l'esposizione agli ETF azionari statunitensi di base e combinando qualità attiva e strategie di valore. Tuttavia, il contesto macroeconomico meno favorevole è bilanciato da un forte sostegno alla politica fiscale e monetaria. Ciò crea un freno per un potenziale nuovo forte shock negativo all'attività e garantisce una visione macroeconomica costruttiva per i prossimi 12-18 mesi.
La configurazione del Congresso potrebbe avere un impatto sulla portata e sulla composizione della spesa fiscale nel 2021, ma ci saranno opportunità di aumentare l'esposizione al rischio nei portafogli in base al risultato elettorale definitivo. A seconda del risultato delle urne, ovvero in uno scenario con presidente democratico e le due camere del Congresso a maggioranza democratica, lo stimolo fiscale nel 2021 potrebbe spingere in modo significativo alcuni settori dell'economia statunitense.
Anche la notizia di un vaccino efficace contro il Covid-19 avrebbe un impatto positivo sulle prospettive di crescita, soprattutto nei settori più sensibili alle interazioni sociali. Continueremo a monitorare attentamente lo sviluppo degli eventi.
I principali mercati azionari dell'eurozona sono interessanti, dato il contesto di tassi molto bassi in Europa, ma la prudenza è d'obbligo rispetto ai mercati periferici della stessa area. Questi sono infatti meno attraenti dal punto di vista della valutazione e più soggetti a deludere le aspettative o registrare shock negativi nei mesi a venire, soprattutto perché lo slancio a livello macroeconomico sta perdendo vigore in Europa. La forza dell'euro rappresenta anche un potenziale freno per le aziende europee orientate all'esportazione.
Per quanto riguarda i mercati emergenti, l'Asia (esclusa la Cina) e l'Europa dell'Est sono ancora favorite rispetto all'America Latina e alla regione MENA. Continuiamo a evitare i paesi che presentano una combinazione di fragilità finanziarie strutturali, dipendenza dalle esportazioni di materie prime, rischi valutari e politici.
Abbiamo anche aumentato la nostra esposizione alla Cina attraverso un ETF cinese che investe in azioni A locali. Il mercato cinese è ancora piuttosto interessante, date le prospettive di crescita degli utili interni, anche dopo una robusta performance estiva. Le politiche fiscali e monetarie orientate al mercato interno forniscono un solido supporto alle azioni cinesi.